Ad essere in difetto è l'arte non la vita
"A essere in difetto è l'arte, non la vita." (Alain De Botton)
Come si fa ad avere qualcuno in braccio per ore, qualcuno che ti accarezza i capelli giorno e notte o ti massaggia il lobo dell'orecchio, come si fa ad avere qualcuno vicino che ti chiama insistentemente perché vuole te e solo te?
Come si fa a fare pace con la sensazione di rifiuto che in alcuni momenti viviamo nei confronti dei nostri figli? Con il bisogno intrinseco di non guardarli negli occhi?
Come si fa?
Tu, da bambino, potevi stare in braccio?
Potevi accarezzare i capelli?
Potevi chiamare e ricevere risposte?
Potevi buttarti per terra per dire che non eri d'accordo? E nel caso, trovavi braccia accoglienti che sapevano riformulare quello che ti stava accadendo?
ERI GUARDATO NEGLI OCCHI?
I bambini ci mostrano le grandi ferite che ci portiamo dentro.
Quando anche solo per brevi istanti, riusciamo a vedere e ad accogliere quelle ferite, stare con i nostri figli diventa immediatamente facile, naturale, non pesante.
Quando riusciamo a distinguere noi da loro, la nostra storia dalla loro, allora sì che la genitorialità diventa possibile.
"Come genitori, impariamo un'altra cosa sull'amore: quanto potere abbiamo sulle persone che dipendono da noi e, di conseguenza, quanto è grande la nostra responsabilità di muoverci con cautela attorno a chi è stato consegnato alla nostra mercé. Dobbiamo allenarci ad essere come gli altri hanno bisogno che siamo, e non come ci ordinano i nostri riflessi istintivi. Il barbaro deve imporsi di tenere la coppa di cristallo con delicatezza, in un pugno robusto che altrimenti la frantumerebbe come foglia secca autunnale."
Alain De Botton - Il Corso dell'Amore-