Copia di Perché ho dato una sberla a mio figlio?
PENSIERI NEL VENTO
Perché ho dato una sberla a mio figlio?
Perché non sono riuscita a fermarmi?
Perché è stato più forte di me?
Forse perché a tua volta hai subito una sberla?
Forse perché hai visto qualcuno dare una sberla?
Alice Miller, nei suoi tanti libri, dice che è impossibile che tu riesca a frenare la reazione automatica a dare una sberla se non rielabori e non rivivi il dolore di aver ricevuto una sberla a tua volta da bambino e di non esserti potuto difendere.
Quando siamo bambini siamo fortemente ed inevitabilmente dipendenti dall'amore dei nostri genitori.
Non possiamo permetterci di non essere in un qualche modo amati, quell'amore ci serve per vivere e, se quell'amore è un "amore violento", per noi va bene lo stesso perché:
è l'unico che conosciamo,
è "sicuramente sono io che sbaglio qualcosa",
è "povera mamma", "povero papà" "povero..." sarà stanco,
è "che cosa posso fare per non farlo riaccadere".
Quando sono bambino non posso pensare che i miei genitori sbaglino, che mi stiano facendo del male, che il loro amore non è amore: piuttosto morirei.
E infatti i bambini "muoiono" ogni volta che si devono sostituire a noi: una parte bambina muore per lasciare il posto ad una parte adulta che si pone domande, che prova a rimediare. Ogni volta che un bambino ha l'ansia di farti trovare tutto a posto, tutto come lo vorresti per non sentire le urla, per non vedere la tua rabbia, ognuna di queste volte un bambino "muore".
Quando un bambino respira violenza (in qualunque forma essa sia),
diventa, almeno a casa, un bambino "perfetto":
ordinato,
"educato",
silenzioso,
accondiscendente,
puntuale,
preciso,
gentile,
premuroso
ma, in questo caso, non sarà il "senso di responsabilità a spingerlo ad agire il comportamento socialmente accettabile",
è la paura che lo muove.
Il pensiero di fondo è: "Se mi comporto bene, mi vorrà più bene, non mi picchierà, non riceverò punizioni".
Tornando quindi alla domanda iniziale:
Perché ho dato una sberla a mio figlio?
Perché non ti ricordi più le emozioni che hai provato quando quella sberla l'hai subita.
Rivivere l'emozione provata serve per piangere quelle lacrime che non hai potuto versare, serve per prendersi cura di quel bambino che non ha potuto reagire, serve per rimettere il passato al proprio posto per non riviverlo più né sulla tua pelle, né sulla pelle dei tuoi figli.
Come faccio a ricordare se non accedo alla mia infanzia?
Immagina di essere al lavoro in un bar all'ora di punta e ti cade una tazza.
Immagina che arrivi il tuo capo, che è tre volte te in altezza, con un'espressione molto arrabbiata, tutto rosso in viso, le vene gonfie di emozioni fuori controllo,
ed immagina che inizi ad urlare contro di te, molto vicino a te.
Immagina poi che ti dia una sberla sulla mano e ti ordini di andare a prendere la scopa per rimediare al danno. Devi fare tutto in pochi secondi e non deve risuccedere mai più perché se no "poi vedi".
E guai a te se piangi perché se no "ti fa piangere lui per qualcosa".
Che cosa provi?
Umiliazione?
Rabbia?
Paura?
Tristezza?
Impotenza?
Nervoso?
Voglia di reagire?
Terrore?
Angoscia?
Delusione?
Voglia di scappare?
Bisogno di piangere?
Desiderio di urlare?