IL PRECISO ISTANTE IN CUI SI DIVENTA MAMMA

01.02.2023

Mi racconti il preciso istante in cui TI SEI SENTITA mamma?


Quando ho visto il test di gravidanza mi sono sentita mamma subito.

E. Mamma di due bambini

La mia bambina aveva tre/quattro mesi, mio marito si era messo in testa che fosse pronta per staccarsi da me e dormire nel lettino. Dovevo lasciarla piangere un pochino al suo risveglio perché doveva abituarsi a stare lì.

Io, al sentire mia figlia piangere l'ho presa, attaccata al seno e portata a dormire sul divano. Ho capito che dovevo proteggerla e sapevo solo io cos'era giusto per noi, nessun altro. Ora che ho molti più figli non abbiamo nessun lettino montato in casa.

E. Mamma di quattro bambini

Quando ho perso il mio bambino per un aborto spontaneo, non tornerò mai come prima, è un dolore troppo grande, se ne è andata una parte di me. Tutti mi dicono di andare avanti, tutti mi dicono: "hai altri figli devi pensare a loro". Per tutti i nostri amici lei non esiste, nessuno ne parla, come se fosse svanita, sparita per sempre. Ma lei esiste, è dentro di me, ci sarà per sempre.

D. Mamma di sei bambini

La mia bambina aveva diversi mesi, mesi trascorsi tra molteplici difficoltà dovute ad una sua evoluzione "rallentata". Infatti, era completamente disinteressata del mondo esterno e di tutto ciò che riguardava la relazione.

Mia figlia aveva circa otto mesi e non aveva mai aperto bocca, fino a quel momento, era completamente silenziosa e ferma, sembrava non riuscisse neanche a stare a sedere, l'unica modalità comunicativa che metteva in atto era il pianto.

Mentre mio marito ed io ci stavamo lavando i denti, la mia bambina, da sola, si è alzata e si è posizionata a sedere su una seggiolina: l'ho trovata che, per la prima volta, leggeva, lallava con un libro in mano.

Ho capito che tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento lei lo portava dentro, lo aveva integrato, fatto suo, accolto. Allo stesso tempo ho capito che aveva bisogno di un tempo tutto suo per dare fiducia a noi e al mondo. Mi sono sentita mamma nel momento in cui ho avuto un riscontro al fatto che si era creato un legame di fiducia effettivo che ho visto non nella ricerca dell'affetto, ma nell'iniziare a fare cose che la mettessero in relazione con il mondo fisico e sociale. Lì, si, mi sono sentita mamma perché ho proprio pensato: "ci siamo, c'è una connessione e lei ci ha accolto!"

L. Mamma adottiva di una bambina

Io credo di non saperlo esattamente.

So quando ho sentito caldo al cuore.

La mia bambina aveva qualche mese. Dormiva accanto a me dopo la poppata e ho sentito l'odore del suo alito, caldo, di latte, di lei.

Quell'odore per me era calore, era l'unica cosa che mi generava emozioni. Sul sentirmi mamma penso ci sia voluto tanto tempo perché per i primi due anni di vita di mia figlia io non dicevo mai: "Sono la mamma di C." perché era la frase con cui entravo in terapia intensiva e non riuscivo proprio a pronunciarla.

Per poter entrare da lei, suonavo il campanello e mi chiedevano:

"Chi è?"

"Sono la mamma di C." e mi facevano entrare.

E quel "sono la mamma di C." per me è stato troppo doloroso per troppo tempo.

"Io mamma di C." era un concetto non afferrabile.

Non so dirti il "proprio sentirmi mamma", forse per quello che ti ho raccontato, forse a tutte capita più avanti?

Però provare calore/un'emozione che in qualche modo mi ha smosso è successo durante l'allattamento.

S. Mamma di tre bambini

Quando sono entrata in terapia intensiva neonatale per vedere la mia bambina per la prima volta. Le infermiere mi hanno accolta con un "Ciao mamma di M." Ho pianto come una fontana. Non potevo credere che quell'esserino fosse la mia bambina. Quando la lasciavo per tornare a casa, non riuscivo a pensare a nient'altro che a lei: ho sentito che non potevo restare senza. Lì ho capito cosa vuol dire essere mamma.

E. Mamma di due bambini

Quando le ostetriche, dopo il parto, mi hanno chiamata mamma.

G. Mamma di due bambini

Quando me lo hanno messo in braccio per la prima volta e se ne sono andati tutti. Siamo rimasti io e lui.

I. Mamma di tre bambini

Mi vengono in mente due episodi in particolare:

Il primo un po' banale, che non mi fa fare una bella figura, è stato circa una settimana dopo il parto, dovevo andare in farmacia ma diluviava e non avevo la macchina.

Il primo istinto è stato "Faccio una corsa e pazienza se mi bagno", poi ho realizzato che avevo la mia bambina con me. Secondo istinto: "Beh ci vado senza di lei... ma come?" Il terzo istinto è stato: "Non è più come prima, è mia e viene con me!"

Il secondo episodio, più vero, è stato il primo regalo della festa della mamma che mi ha fatto mia mamma: un libricino intitolato "Cara mamma". La mia bambina aveva nove mesi.

G. Mamma di cinque bambini

Non saprei proprio, ci devo pensare. Credo però che sia stato quando mio marito è partito per molti mesi dopo la nascita della mia bambina.

A. Mamma di due bambini

L'ho DETTO appena sono rimasta incinta, l'ho SENTITO quando ho tenuto in braccio, allattato... l'ho CAPITO bho cammin facendo, man mano che si presentavano situazioni, difficoltà in cui non ero più solo figlia o moglie, ma dovevo pensare e agire da mamma. Credo.

A. Mamma di due bambine

Quando dovevo portare a casa P. per la prima volta e ho detto: "e adesso?"

A. Mamma di due bambini

Credo di averlo pensato quando un esterno mi ha riconosciuto come tale... pazzesco.

C. Mamma di due bambini

La prima vacanza con mio marito e mio figlio senza mia mamma. N. aveva 4 mesi, fino a quel momento era in condivisione con mia mamma. Considerando che, oltre al legame che avevo con lei, e le mie paure, e il fatto che lei fuggiva da mia nonna ecc ecc ecc, io studiavo e quindi era in condivisione davvero! Io andavo a lezione e lei teneva il bambino sotto il dipartimento, mi chiamava per allattarlo quando si svegliava, aveva un mese.

Quando sono partita per quella vacanza mi ricordo che le dissi proprio: spero di essere una brava mamma.

L. Mamma di tre bambini

Quando all'asilo di mia figlia ho dovuto partecipare al primo colloquio con le insegnanti. Mi sono sentita dall'altra parte del banco. Mi sono detta "cavoli sei una mamma". Il pensiero successivo è stato che cosa stupida! Ho pensato che ci saranno stati altri mille momenti in cui mi sarei potuta sentire mamma, invece, lo sono "diventata" in quel momento.

M. Mamma di cinque bambini

Io credo di averlo pensato quando l'ho tenuto in braccio per la prima volta, lì, in sala parto, dopo averlo guardato e averlo attaccato al seno. E, con lui soprattutto (forse anche sbagliando), pensavo ogni volta che piangeva che aveva proprio bisogno di me, della sua mamma.

L. Mamma di quattro bambini

Con il secondo figlio è stato quando ho smesso di affidarmi ciecamente ai medici e ho smesso di fargli da infermiera: età un anno e mezzo.

Con la prima faccio più fatica a saperlo: mi sono innamorata di lei quando aveva quattro o cinque mesi ma non so se le ho mai fatto da madre. Diciamo che con lei ho imparato che cosa volesse dire occuparmi di un'altra persona. La consapevolezza è arrivata molto dopo.

Con il terzo direi subito.

S. Mamma di tre bambini

E' stato dopo la nascita della mia bambina, durante il suo ricovero, sentivo che altre persone volevano decidere cosa fosse meglio per lei, io sapevo che non erano scelte giuste. Ho sentito di dover far sentire la mia voce perché ero la sua mamma.

S. Mamma di tre bambini

Quando ho atteso con trepidazione che quella lineetta diventasse rossa per sapere se aspettavo davvero un bambino: speravo di essere mamma.

Quando, dopo ore di passione, ho stretto tra le mie braccia mio figlio: credevo di essere mamma.

Quando ho fatto e faccio del mio meglio per crescerlo, proteggerlo e accompagnarlo: mi invento mamma.

In realtà, sarò davvero mamma, quando saprò lasciare andare mio figlio. Quando lui, con il cuore gonfio di vita, intraprenderà la strada verso il suo futuro senza rimorsi o sensi di colpa per me, che resto lì, a guardarlo mentre si allontana.

Saprò che in qualunque posto lui sarà, mi avrà sempre nel cuore. Lo saprò perché lo sentirò non con le orecchie ma con l'anima.

S. Mamma di tre bambini

Quando, mentre la allattavo, ha cominciato a guardarmi negli occhi e a cercarmi con lo sguardo.

Potrei anche dirti quando mi dico "che mamma di merda che sono". Ecco lì so precisamente di essere mamma e anche in che modo lo sono.

M. Mamma di quattro bambini

Oddio che domanda, aspetto la notte che magari mi viene un po' d'ispirazione. Credo che ancora non mi ci sento fino in fondo. Ci devo pensare per realizzare la cosa.

A. Mamma di due bambini

Non so quando mi sono sentita mamma per la prima volta.

Forse una sera, qualche tempo fa dopo che eri nato, ti ho stretto forte tra le braccia, ci siamo guardati, io e te, e ho provato una gioia enorme.

Forse mi sono sentita mamma anche prima, quando pensavo a chi non ho potuto prendere tra le braccia ma, comunque, c'è sato e questo mi è bastato per sentire un filo invisibile e indissolubile che custodisco con tanta cura.

O forse un giorno mi accorgerò che mamma non mi ero ancora davvero sentita e quella parola si colorerà in modi nuovi.

Io sono proprio curiosa di scoprirlo.

C. Mamma di tre bambini

E mi dispiace per la Treccani, ma la definizione di maternità che nasce dal dialogo tra mamme è profondamente ed intimamente più interessante, stimolante, poetica e vera della definizione che il famoso vocabolario fornisce.

Ascoltare i vostri vissuti è stato ed è un privilegio.

Mi accorgo come tutte le donne, magari senza saperlo, magari senza dargli importanza, siano legate da tanti pezzettini di fili colorati, ognuno del colore che la rappresenta.

Alcuni pezzettini di filo sono solidi, altri logorati, altri fragili, altri resistenti.

Una sorta di coperta all'uncinetto che ci unisce tutte, punto dopo punto. Nessuna esclusa, nessun anello debole nelle catenelle di fili di lana che legano le mamme tra loro.

Ogni vissuto, seppur unico ed irripetibile, ha a che fare con un altro racconto.

Mi incanto ad ascoltarvi, a scrivervi e a rileggervi.

La maternità, l'essere mamma, il diventare mamma, il sentirsi mamma è un percorso più o meno semplice, più o meno in salita.

C'è tanto dolore in una mamma che ha dovuto lasciare andare il proprio figlio perché morto nella pancia o a poche ore dal parto.

C'è tanto dolore in chi è costretto a passare per la terapia intensiva.

C'è tanto dolore in chi affronta il parto da sola, in chi è costretta a prendere un autobus per tornare a casa dall'ospedale.

C'è tanto dolore nel non riuscire ad allattare.

C'è tanto dolore nel non poter avere figli.

C'è tanto dolore nel sentirti dire che tuo figlio ha un deficit per cui non parlerà, non camminerà, non, non, non...

C'è tanto dolore nel sentirsi dire "gli anticoncezionali esistono".

C'è tanto dolore nel lasciare in ospedale un figlio perché non lo si può crescere.

C'è tanto dolore nel non vedere riconosciuta la maternità.

C'è tanto dolore nel seppellire un figlio.

C'è tanto dolore nel vedere un figlio soffrire.

C'è tanto dolore nel subire l'isterectomia, a qualunque età, con o senza figli perché quella è "la casa dei miei bambini" che l'abbiano abitata o che io, mamma, abbia sognato che la abitassero.

C'è tanto dolore.

Ma tra mille dolori diversi,

esiste un mondo fatto di racconti davanti ad un cappuccino, fatto di abbracci, di sguardi, di profumi, di sensazioni o di semplici parole di speranza che ci hanno aiutato a sentire che eravamo, siamo e saremo sempre e per sempre mamme, in qualunque modo sia andata o andrà.

C'è un mondo fatto di pensieri, di sguardi che catturano momenti, di carezze alle pance o alle schiene, di ninne nanne, di domande senza risposte, di piccole ed intime soddisfazioni che nessuno conoscerà mai se non il nostro cuore.

C'è un mondo fatto di infinite sfumature, di speranze e aspettative.

C'è un mondo fatto di sensi di colpa su cui ci si può ridere su, condividendo un pezzo di vita.

C'è un mondo fatto di intime narrazioni che non vediamo l'ora che qualcuno ci chieda di raccontare, per poi accorgerci che, davvero, c'è una sorta di cordone ombelicale che ci lega tutte, di generazione in generazione, nel nascondimento di un pensiero o di un'emozione intimamente provata.

Mi rendo sempre più conto che la maternità non si può spiegare, si può solo ascoltare e accogliere nelle sue molteplici forme e sfumature.

L'ultima riflessione che nasce in me nell'ascoltarvi e nell'ascoltarmi è che possiamo concederci di sospendere i giudizi e i sensi di colpa sui nostri vissuti, perché ogni vissuto ha senso ed è prezioso e stupendo in quanto tale.

Possiamo davvero amarci un pochino di più.

C'è chi dice che il mondo si cambia un bambino alla volta, mi sento di aggiungere che si cambia anche incrociando lo sguardo di una mamma che cresce quel bambino.

E allora lascio a noi la parola, preziosissimi semi di speranza in questo mondo che ci chiama "mamma".

Mi racconti Il preciso istante in cui ti sei SENTITA mamma?

Se vuoi, leggerò con piacere la tua risposta sia via mail che sui social 


(immagine Kathleen 0'Keeffe, i.pinimg.com, Fler.cz)