FARE MEMORIA PER PARLARE AI FIGLI
MAMMA MI ASCOLTI? MAMMA MI VEDI? MAMMA MI SENTI?
Ma come posso fare ad ascoltare, vedere, sentire, rispondere, guardare, interessarmi, ricordare 5 vite (quelle dei miei figli), più mio marito, più la mia, piùgliamicilafamigliaallargatalascuolaicompagniicopleannilefeste...
Come si fa?
Ogni famiglia mette in atto soluzioni e comportamenti che meglio si sposano con la propria storia.
Sento molto l'esigenza, come mamma e come professionista, di lasciare traccia, di fare memoria delle storie, dei profumi, delle sensazioni, delle intuizioni che ho sulle vite della mia famiglia e sulle vite delle persone che professionalmente incontro. (Ovviamente con modalità differenti.)
Le mie bambine mi pongono spesso domande sulla loro infanzia.
Il problema è che, soprattutto per le prime tre che sono nate molto vicine tra loro, i ricordi si sovrappongono a volte si confondono fino a cancellarsi. Sento però che le loro curiosità sono lecite, sane e fondamentali per la loro serenità di oggi ma soprattutto per il loro equilibrio di domani.
Abbiamo così deciso di fare memoria.
Come facciamo?
Ogni figlia ha scelto un quaderno che in qualche modo la rappresenti. Ha scelto il formato, la copertina, se a righe o a quadretti.
Nel quaderno, sia noi genitori che loro scriviamo ciò che osserviamo o viviamo in un determinata giornata. Molto liberamente, senza obblighi o scadenze.
Una sorta di regalo alla nostra labile memoria: un regalo a noi stessi.
Ci scriviamo di tutto, il "bello" e il "brutto". Le giornate in salita e i giorni, rari, che scivolano via.
Sono quaderni sempre a disposizione, raggiungibili ma assolutamente privati.
Ogni figlia ha il suo e può leggere solo il suo e può scrivere solo sul suo.
Nulla vieta di realizzare il quaderno della "memoria della sorellanza".
Adesso però ci stiamo concentrando sulla memoria genitori figli.
Una memoria fondamentale per avere un po' di equilibrio da grandi.
Come sarebbe se tu potessi accedere a pagine di diario scritte a 6 mani tra te e i tuoi genitori?
Come sarebbe sapere oggi che cosa pensavano e dicevano di te ieri i tuoi genitori?
Quali erano le vostre fatiche, le cose su cui litigavate, le cose per cui era bello trascorre del tempo insieme. Come sarebbe rileggere le tue parole ai tuoi genitori e viceversa?
Quello che stiamo facendo è scrivere un genogramma familiare (di cui un giorno ti parlerò) per risparmiare loro la fatica, almeno in parte, di dover fare i pollicini della loro storia. Allo stesso tempo quello che facciamo è imparare a prenderci cura del nostro sentire, del nostro ascoltarci. Non solo ci prendiamo cura di noi ma a noi lasciamo spazio, diamo valore e tempo.
Essere genitori è una responsabilità in tantissimi sensi, ma anche una responsabilità di memoria.
E tu che cosa fai per ascoltare, vedere e sentire i tuoi figli e te stessa/o?
SE VUOI TI LEGGO!