Pedagogia ed Ostetricia

13.03.2023

C'è un filo rosso,

quel filo rosso 

che traccia il cammino quando incontro qualcuno,

che crea legami a volte indissolubili.

Come possono nascere relazioni che ti cambiano in pochi secondi?

Incontri che ti modificano per sempre magari, cosa ancora più sorprendente, all'insaputa dell'altro.

C'è una sala parto.

Un marito.

Quattro bambine a casa che sono tornate a dormire perché hanno preferito essere svegliate prima che le lasciassi per qualche giorno.

C'è una zia che ha rinunciato alla sua esuberante vita per qualche settimana per essere lì nel momento del bisogno.

C'è una mamma che si aspetta di partorire in macchina.

C'è un animale che canta nella notte.

C'è paura.

C'è senso di responsabilità.

C'è: "Andrà tutto bene mamma!"

C'è un'ostetrica che non vuoi incontrare.

Ci sono due ostetriche che sei felice di vedere.

C'è il leone in agguato vicino alla gazzella che deve partorire ma non ha più contrazioni.

C'è l'orologio.

C'è il tempo che passa lentissimo.

C'è il monitor.

C'è il battito.

C'è una un abbraccio ad ogni contrazione.

C'è una voce femminile che ti parla.

Poche, pochissime parole. 

Chiare.

Parole che risuonano in me.

Mi accompagnano.

Mi guidano.

Mi sostengono.

E' un'ostetrica seduta per terra che parla.

Sono parole precise che raccontano un mestiere.

Sono parole che raccontano come si sta accanto a chi è avvolto, sovrastato, coperto inglobato da un turbinio di emozioni.

Sono parole che raccontano due mestieri: uno che accompagna qualcuno a generare la vita, l'altro che accompagna qualcuno a sostenerla.

Il mio cuore ha preso nota.

La mia memoria si ripete quelle parole da tredici giorni.