Teorie dell'attaccamento= attacco alle mamme?
Quando per la prima volta ho sentito parlare di teorie dell'attaccamento ho pensato che una teoria così terribile potesse averla inventata solo un uomo misogeno.
Quando poi un mio carissimo amico è diventato papà ho avuto la conferma che le teorie dell'attaccamento sono nate per distruggere la serenità femminile. Lei, sua moglie doveva assolutamente allattare, doveva attaccare il bambino al seno nei primissimi minuti dopo il parto. Lui che non aveva sentito niente, nessun dolore si permetteva pure di dare ordini travestiti da consigli a sua moglie e un po' anche a me.
Poi è successo che sono diventata mamma e col cavolo che è tutta colpa mia se sta creatura crescerà storta, non può dipendere tutto da me, io sta responsabilità non la voglio proprio.
Le teorie dell'attaccamento mi hanno un po' perseguitata: per ogni figlia mi fermavo a guardare se piangevano tanto o poco al mio allontanamento, se mi correvano in contro nel rivedermi se fossero arrabbiate, felici, attaccate, staccate, se Bowlby in fondo avesse un po' di ragione.
E poi mi sono fermata.
Mi sono chiesta il perché di tanto rifiuto proprio su questa teoria e non su un'altra.
E ho capito che forse le leggevo tutte al contrario e che forse non le conoscevo abbastanza.
Non è una condanna avere qualcuno che dipende dal tuo amore incondizionato, è una grande opportunità.
E' vero, è anche una grande responsabilità nei confronti di quel Bambino che il Destino ti ha donato e anche nei confronti di quella Bambina che sei stata perché ricevere il dono di un bambino ti metterà davanti alla te bambina, al tuo attaccamento verso le figure di riferimento. Metterai in discussione tutto, guarderai a tutta la tua vita con occhi diversi.
" Voglio essere solida roccia per il mio bambino, ma non ci riesco".
- Non è vero che non ci riesci, non hai ancora trovato la strada per esserlo. Un percorso possibile, per me il più diretto, è ricordare tutte le volte che non hai avuto una solida roccia accanto, devi stare con quel dolore, attraversarlo e poi lasciarlo andare.
Ti ricordi quando sei stata lasciata da sola? Quando " Torno subito" e subito è diventato un'eternità, quando ti sei voltata e non hai trovato nessuno, quando piangevi e nessuno veniva, quando chiedevi aiuto e nessuno capiva le tue richieste, quando avevi bisogno e la soluzione la dovevi trovare da sola.
Quando hai pianto per ore, quando non potevi manifestare le tue emozioni, quando "non piangere", "non si fa", "non dire", "non raccontare", "non scrivere"...
Ricordati di questo.
Piangi per questo vuoto.
Attraversalo.
Sosta in quel dolore e in quel vuoto.
e lascialo andare, appartiene a ieri, oggi non può più farti male.
Adesso puoi guardare il tuo bambino libera e essere la mamma che sai di essere.
Un abbraccio da mamma a mamma.
Un abbraccio alle mie bambine che mi aiutano a capire.
Un abbraccio al mio caro amico.
e, dai, un abbraccio anche a buon Bowlby e ai suoi tantissimi amici.
A presto
Marilisa